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La Vocazione

1 . Che cos’è la vocazione

 

La vocazione è una chiamata di Dio ed è ordinariamente interiore. È Dio che dall’intimo ispira alle anime il desiderio di abbracciare uno stato così alto ed eccelso com’è la vita consacrata. Il desiderio interiore e disinteressato di abbracciare lo stato religioso è un’autentica chiamata divina, perché è un desiderio che supera la natura, e deve essere seguito all’istante; Il consiglio se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri (Mt 19, 21) lo rivolgeva Cristo a tutti gli uomini di qualsiasi tempo e luogo: chiunque avrà lasciato case, o fratelli… per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna (Mt 19,21 ss.). Così tutti, anche oggi, devono ricevere questo consiglio come se lo ascoltassero dalle stesse labbra del Signore. E chiunque si decide grazie a questo consiglio può pensare lecitamente di aver ricevuto l’autentica vocazione religiosa.

Afferma san Giovanni Bosco:
«Lo stato religioso è uno stato sublime e veramente angelico. Coloro che per amore di Dio e per la loro eterna salute sentono nel loro cuore il desiderio di abbracciare questo stato di perfezione e di santità, possono credere, senza alcun dubbio, che tale desiderio viene dal cielo, perché è troppo generoso ed è molto al di sopra dei sentimenti della natura».

Caratteristiche della chiamata divina
Spinge gli uomini alle cose più alte. Perciò il desiderio della vita religiosa, perché è così eccelso ed elevato, non può mai provenire dal demonio o dalla carne. Dice Sant’ Agostino:
«cosa molto aliena ai sensi della carne è questa scuola nella quale il Padre è ascoltato e insegna la strada per arrivare al Figlio. E questo non l’opera mediante gli orecchi della carne, ma mediante quelli del cuore».

A questo aggiunge San Tommaso:
«Dobbiamo obbedire senza vacillare un momento e senza resistere per nessun motivo alle voci interiori con le quali lo Spirito Santo muove l’anima», il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro (Is 50, 5), ricordando che tutti quelli che si reggono per lo Spirito di Dio, essi sono figli di Dio perché sono quelli «retti dall’impulso della grazia». Bisogna tener presente il consiglio di San Paolo camminiamo anche secondo lo Spirito (Gal 5, 25) ed essere uomini di principi soprannaturali che si lasciano condurre solo dallo spirito di Gesù Cristo che è lo Spirito Santo, realizzando con prontezza la sua chiamata. Non dobbiamo lamentarci come fece Sant’Agostino «convinto già della verità, non avevo assolutamente più nulla da rispondere, soltanto qualche parola languida e sonnolenta: "dopo sì, dopo": e il lasciami un po’ si faceva già troppo lungo… io mi vergognavo molto perché sentivo il mormorio di quelle sciocchezze (mondane e carnali) che mi rendevano indeciso».

 

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