La vocazione è una chiamata di Dio ed è
ordinariamente interiore. È Dio che dall’intimo
ispira alle anime il desiderio di abbracciare uno
stato così alto ed eccelso com’è la vita consacrata.
Il desiderio interiore e disinteressato di
abbracciare lo stato religioso è un’autentica
chiamata divina, perché è un desiderio che supera la
natura, e deve essere seguito all’istante; Il
consiglio se vuoi essere perfetto, va', vendi quello
che possiedi, dallo ai poveri (Mt 19, 21) lo
rivolgeva Cristo a tutti gli uomini di qualsiasi
tempo e luogo:
chiunque avrà lasciato case, o
fratelli… per il mio nome, riceverà cento volte
tanto e avrà in eredità la vita eterna (Mt 19,21
ss.). Così tutti, anche oggi, devono ricevere questo
consiglio come se lo ascoltassero dalle stesse
labbra del Signore. E chiunque si decide grazie a
questo consiglio può pensare lecitamente di aver
ricevuto l’autentica vocazione religiosa.
Afferma san Giovanni Bosco:
«Lo stato religioso è
uno stato sublime e veramente angelico. Coloro che
per amore di Dio e per la loro eterna salute sentono
nel loro cuore il desiderio di abbracciare questo
stato di perfezione e di santità, possono credere,
senza alcun dubbio, che tale desiderio viene dal
cielo, perché è troppo generoso ed è molto al di
sopra dei sentimenti della natura».
Caratteristiche della chiamata divina
Spinge gli uomini alle cose più alte. Perciò il
desiderio della vita religiosa, perché è così
eccelso ed elevato, non può mai provenire dal
demonio o dalla carne. Dice Sant’ Agostino:
«cosa molto aliena ai sensi della carne è questa scuola
nella quale il Padre è ascoltato e insegna la strada
per arrivare al Figlio. E questo non l’opera
mediante gli orecchi della carne, ma mediante quelli
del cuore».
A questo aggiunge San Tommaso:
«Dobbiamo obbedire
senza vacillare un momento e senza resistere per
nessun motivo alle voci interiori con le quali lo
Spirito Santo muove l’anima»,
il Signore Dio mi ha
aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro (Is 50, 5), ricordando
che tutti quelli che si reggono per lo Spirito di
Dio, essi sono figli di Dio perché sono quelli
«retti dall’impulso della grazia». Bisogna tener
presente il consiglio di San Paolo camminiamo anche
secondo lo Spirito (Gal 5, 25) ed essere uomini di
principi soprannaturali che si lasciano condurre
solo dallo spirito di Gesù Cristo che è lo Spirito
Santo, realizzando con prontezza la sua chiamata.
Non dobbiamo lamentarci come fece Sant’Agostino
«convinto
già della verità, non avevo assolutamente più nulla
da rispondere, soltanto qualche parola languida e
sonnolenta: "dopo sì, dopo": e il lasciami un po’ si
faceva già troppo lungo… io mi vergognavo molto
perché sentivo il mormorio di quelle sciocchezze (mondane
e carnali) che mi rendevano indeciso».