Da sempre sento che il Signore mi chiama a seguirlo
nella vita consacrata ma le responsabilità nel mio
lavoro, il legame con una persona a cui non riesco a
dire che voglio altro e voglio fare altro, sono per
me fonte di sofferenza, insoddisfazione e di
impossibilità. Soprattutto da questo ultimo legame
non riesco a sciogliermi; non per motivi
particolari, ma perché non ho il coraggio di dire
chiaramente il mio intendimento: ho paura di ferire,
far soffrire, di essere frainteso. Ma il mio cuore è
in convento, vorrei che la mia unica occupazione
fosse quella di stare con Dio, pregare per la
salvezza del mondo e delle anime. Come posso fare?
Ogni
persona è alla ricerca della felicità, la quale si
può trovare solo uniformandosi alla volontà di Dio.
Non
devi preoccuparti che entrando in convento tu possa
ferire quella persona a cui vuoi bene, perché se
restassi nel mondo contro la volontà di Dio,
vivresti tristemente, e con la tua tristezza faresti
soffrire quella persona e tutti coloro che ti
vogliono bene. Affida quella persona a Dio, Lui che
è Padre, sa prendersi cura dei suoi figli, tu segui
la tua vocazione, al resto ci pensa Dio!
Se si esce da un convento si può tentare una nuova
esperienza vocazionale o è un chiaro segno di
chiamata al matrimonio?
Il
fatto che una ragazza venga mandata a casa quando
era postulante, non significa in modo assoluto che
non sia portata per la vita religiosa. San Giuseppe
da Copertino venne letteralmente cacciato da un
convento, e così entrò in un altro ordine religioso
nel quale si fece santo. Chissà, forse non era
chiamata in quell'ordine, ma in un altro migliore, o
almeno più adatto alle sue inclinazioni.
Non
possiamo nemmeno escludere che Dio voglia che si
metta su famiglia. Anche in questo caso c'è un
precedente. I genitori di Santa Teresa di Lisieux in
gioventù tentarono di entrare in convento, ma
vennero mandati a casa. Così decisero di sposarsi e
misero su una famiglia davvero cristiana che merita
di essere presa a modello.
Dunque che fare? Questo è un momento importantissimo
della tua vita, è l'ora cruciale in cui devi
eleggere lo stato di vita, e da questa decisione
potrebbe dipendere la tua sorte eterna.
Innanzitutto devi essere pronta a tutto, come un
valoroso soldato, pur di eseguire ciò che Dio ti
farà comprendere attraverso la preghiera e la
meditazione. Appena avrai capito qual'è la tua
vocazione (religiosa o matrimoniale) dovrai obbedire
a Dio con prontezza, proprio come fanno i soldati.
Per
poter abbracciare la vita religiosa è necessario
essere mossi da motivazioni spirituali come il
desiderio di vivere più uniti a Gesù, fuggire i
pericoli del mondo, dedicarsi all'apostolato per la
salvezza delle anime, ecc. Se tu senti qualcuna di
queste motivazioni, vale la pena approfondire la
questione per capire se la tua è vera vocazione
oppure hai solo dei pii desideri.
Motivi che inducono a mandare a casa le giovani
entrate in convento per un discernimento
vocazionale, sono la mancanza di obbedienza agli
ordini leciti dei superiori (a quelli illeciti si è
tenuti a resistere), la mancanza di volontà nel
voler correggere i propri difetti, la mancanza di
amore per la preghiera e la penitenza, ma
soprattutto la negligenza nel vivere in castità.
Il
mio consiglio è di fare gli Esercizi Spirituali di
Sant’Ignazio di Loyola per pregare Dio di
illuminarti sullo stato di vita da eleggere.
Se
invece ti senti chiamata per la vita matrimoniale
devi sapere che è facile trovare delle donne
pentitesi di aver abbracciato questo stato di vita,
ce ne sono molte che se potessero tornare indietro
entrerebbero in convento. Il matrimonio è una scelta
delicata, poiché una volta che lo sposalizio è
valido e consumato, non può essere più sciolto da
nessuno, nemmeno dal Papa. Dunque è importante
scegliere la persona giusta.
Come
fare?
Qualora tu abbia questa vocazione, devi cercare un
ragazzo che sia un uomo davvero cristiano,
fedelissimo a tutti gli insegnamenti della Chiesa,
soprattutto a quelli riguardanti la sessualità.
Purtroppo è molto difficile trovare un fidanzato del
genere, infatti il grande problema è che molti
uomini si sposano solo per pura attrazione fisica, e
inoltre non sono fedeli alle proprie mogli. Affinché
il matrimonio sia felice è importantissimo
"selezionare" con estrema diligenza il futuro
coniuge, altrimenti in seguito se ne pagheranno le
conseguenze a caro prezzo. Il fidanzato deve
osservare seriamente gli insegnamenti della Chiesa.
A che serve sposare una persona bella e ricca, se
non ha il santo timor di Dio?
Il
periodo di fidanzamento serve a conoscere il
carattere e i principi morali del futuro coniuge. Se
trovi un fidanzato che vuole abusare del tuo corpo
prima del matrimonio, lascialo subito! È un chiaro
segno che non ti ama. L'amore vero nasce da Dio, ma
se il partner vuole profanare il tuo corpo (che è
tempio dello Spirito Santo), ciò significa che per
te non ha vero amore, ma semplice attrazione fisica.
Solo vivendo castamente il periodo di fidanzamento è
possibile accertare l'amore vicendevole. Del resto
l'esperienza dimostra che persone che sembravano
innamoratissime, si sono lasciate quando è cessata
l'attrazione fisica. Qualcuno potrebbe dire che le
mie sono solo belle parole, perché di fatto è raro
incontrare una persona disposta ad aspettare le
nozze prima di consumare l'unione. In effetti la
società si è paganizzata, e non è facile trovare
cattolici di "stretta osservanza" con cui
fidanzarsi. Ma bisogna anche "saper cercare"; di
certo è molto difficile trovare persone così negli
stadi, nelle discoteche, nelle birrerie e nei night
club.
Il diavolo cerca di tentare i religiosi con dubbi
vocazionali? Perché lo fa?
Il
diavolo, colui che cerca sempre di strappare la
felicità ai figli di Dio, non sopporta di vedere una
creatura godere dell'immensa gioia di consacrarsi al
Signore, e si dà tanto da fare per cercare di
distogliere le creature da questo proposito,
insinuando nella loro mente e nel cuore tanti dubbi
sulla vocazione. Egli sa anche bene che le persone
consacrate offrono tutta la loro vita per
strappargli le anime, odia talmente le suore, che si
inventerebbe qualsiasi cosa pur di cercare di fargli
abbandonare la vita religiosa. Si dà un bel da fare
in particolar modo nei noviziati, perché sa che
l'inesperienza e l'insicurezza dei primi approcci
con la vita religiosa rende le creature più fragili,
ma se stanno ben ancorate al Signore, confidano nel
Suo aiuto, attraverso la preghiera incessante tutti
i dubbi vengono sciolti, e l'anima può proseguire il
suo cammino senza confusione.
“Siate pienamente convinti: Cristo nulla toglie di
quanto avete in voi di bello e di grande, ma porta
tutto a perfezione per la gloria di Dio, la felicità
degli uomini, la salvezza del mondo”.
(Papa Benedetto XVI)